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ma in tempo reale, sicure e non disturbate, hanno ben poco a che vedere con quelle
degli utenti di oggi.
L’origine della comunicazione mobile risale agli anni ’40 negli Stati uniti e agli anni ’50
in Europa grazie all’introduzione delle tecniche di modulazione di frequenza (FM)
utilizzate per la codifica del messaggio su portante radio. Furono introdotti i primi
sistemi analogici a banda e portante fissa, la cosiddetta “generazione 0”, che
assegnavano ad ogni conversazione, all’interno dell’intera area coperta, una portante
radio, con canale di 120 kHz, per tutta la durata della conversazione.
Le caratteristiche tecnologiche e funzionali della rete stessa costituivano, però, il
primo naturale limite al suo sviluppo, in termini sia di funzionalità (la mobilità era
limitata all’area di copertura dell’operatore) che di capacità (il numero di utenti era
limitato dalle poche portanti disponibili). Alla carente mobilità, bassa capacità e
scarsa gamma di servizi, si univa il fatto che i terminali erano pesanti, costosi e
interferenti, per cui il numero di utenti alla fine degli anni settanta era limitato, a
livello mondiale, a meno di un milione di “abbonati”.
Fu evidente fin dai primi anni, comunque, che un simile sistema non aveva “futuro” in
quanto non sarebbe mai stato in grado di soddisfare la crescente richiesta che
sarebbe derivata dall’eventuale miglioramento delle prestazioni.
Nelle prossime sezioni si descrivono le tecnologie che si sono succedute da quando,
si può dire, la telefonia mobile comincia a diventare un fenomeno di massa,
inizialmente limitato come numero di utenti ma non più come tipologia.
In ogni sezione, il sistema è presentato con una parte introduttiva che ne descrive le
caratteristiche più rilevanti evidenziando anche le differenze coi sistemi precedenti e
le motivazioni che ne hanno determinato l’implementazione, poi si entra nel dettaglio
dell’architettura di rete, struttura generale e parti che la compongono ed infine viene
descritta la tecnologia radio (altrimenti detto “segnale fisico”), quella direttamente
correlata alla trasmissione e alla propagazione del campo elettromagnetico che la
supporta, che rappresenta la parte più rilevante ai fini delle valutazioni dell’
esposizione della popolazione.
1.2 LA RETE CELLULARE
Il primo vero e proprio passo avanti nello sviluppo della telefonia mobile si ha con
l’introduzione dei sistemi cellulari, ovvero la suddivisione dall’area coperta dal servizio
in sottoaree, denominate celle. L’idea base fu concepita e sviluppata nel corso degli
stessi anni ’40, sperimentata negli anni ’60 ed entrata in servizio commercialmente
negli anni ’80. Essa si basa su due elementi fondamentali, la suddivisione del
territorio in celle e il riutilizzo delle frequenze: il principio di fondo consiste nel
suddividere l’area coperta in celle contigue, ognuna provvista di un proprio ripetitore
che utilizza un certo numero di frequenze diverse da tutte le celle adiacenti ma
riutilizzate dalle celle più lontane.
Il numero e la dimensione delle celle dipendono dal numero di utenti, dalle
caratteristiche del terreno e dalla presenza di oggetti e ostacoli. Teoricamente, si
possono immaginare celle di forma esagonale (come in figura), anche se, in realtà, la