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la necessità di bonificare il suolo, (eventualmente anche con tecniche di fitorimedio).
Nel caso di aree degradate, la creazione di aree boscate oltre a rappresentare un
miglioramento ambientale, può avere vantaggi socio-culturali e paesaggistici. Le
nuove aree boscate possono infatti essere dotate di elementi connessi alla fruizione,
come panchine, pannelli informativi, sentieri, percorsi per lo sport all’aria aperta, etc.
Non vanno trascurate nelle attività gestionali le aree degradate spontaneamente
ricoperte da formazioni ad esotiche naturalizzate quali
Ailanthus altissima
,
Acer
negundo
e
Robinia pseudoacacia
. Si tratta di specie a carattere pioniero in grado di
formare sui terrapieni infrastrutturali e nelle aree marginali consorzi simil-forestali in
grado di organicare rapidamente CO
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. Per di più la robinia, essendo una leguminosa, è
in grado di arricchire in composti azotati assimilabili i suoli degradati. Anche questi
consorzi, se ben gestiti e se non presentano caratteri invasivi nei confronti delle
formazioni naturali e prossimo-naturali, rappresentano opportunità di mitigazione e
riqualificazione.
Figura 3
- Esempi di
forestazione finalizzata al sequestro di carbonio all’interno di in un’area protetta di Roma
(Riserva Naturale della Valle dell'Aniene)
i vincoli e le prescrizioni. La realizzazione di interventi di forestazione urbana non può
prescindere dall’analisi degli strumenti pianificatori locali esistenti e le norme sovraordinate
(Piano regolatore, Piani del Verde; Piani di gestione di aree protette, Piani di Bacino, Codice della
Strada, etc.). L’intervento si deve infatti inserire nel contesto di pianificazione locale, oltre a dover
rispettare, soprattutto in ambito urbano e periurbano, quanto previsto dai Regolamenti attuativi,
come il rispetto delle distanze minime dalle strade. Nello specifico per Roma è necessario poi
seguire quanto previsto nelle Linee guida per la gestione delle alberature di proprietà comunale nel
territorio di Roma Capitale
39
. Infine è necessario appurare la presenza di eventuali vincoli
paesaggistici e devono essere valutati i vincoli derivanti da servitù (linee elettriche, acquedotti,
metanodotti, etc.);
le
caratteristiche
pedologiche. È importante valutare il tipo di suolo presente, in quanto può
rappresentare un fattore limitante la crescita delle piante, se non idoneo alla corretta
penetrazione delle radici. Inoltre in funzione del tipo di suolo possono cambiare le attività
necessarie alla preparazione del terreno (ad esempio se è necessario ricorrere al
drenaggio). Pertanto è opportuno valutare vari aspetti del suolo, tra i quali la struttura, la
profondità della roccia, la porosità e la permeabilità, la presenza di una falda o di acqua
umida paludosa; le formazioni forestali nel Parco Nord Milano dove gli attuali 90 ha di impianti sono stati realizzati in parte su dei terreni
precedentemente interessati da impianti industriali.
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Nel caso l’intervento di forestazione abbia la finalità di lotta ai cambiamenti climatici è opportuno che la superficie non sia inferiore ad un
ettaro (criterio funzionale all’acquisizione di crediti di carbonio secondo gli accordi di Marrakech).
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Deliberazione della Giunta Capitolina n. 307 del 17/10/2014.