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Confrontando gli schemi architetturali con quelli dei sistemi 3G, ciò che salta subito
all’occhio è la semplificazione (almeno nelle connessioni esterne) della rete LTE.
L’accesso radio è costituito da un unico componente, l’
eNodeB
con
ruolo
assimilabile
a quelli del NodeB e RNC congiunti dell’UMTS.
Uno degli obiettivi dell'LTE è stato proprio quello di minimizzare il numero di nodi e,
per questo motivo, la rete si sviluppa essenzialmente come un insieme di
eNodeB
connessi tra di loro tramite l'interfaccia X2 e connessi all'EPC per mezzo
dell'interfaccia S1, senza più nessun controllore intelligente, e con tanti eNodeB che
includono al loro interno tutte le funzionalità relative all'accesso radio, compresa la
gestione delle risorse.
Un’architettura base, quella del sistema EPS, di tipo
flat
, ovvero, in cui non si ha un
controllo centralizzato e ciascuna stazione si coordina autonomamente e
indipendentemente dalle altre e in cui i pochi nodi coinvolti sono in grado di gestire il
traffico dati in maniera efficiente, minimizzando i tempi di latenza nei trasferimenti dei
pacchetti, accelerando il set-up nelle connessioni e riducendo il tempo richiesto per
gli
handover
. Ne risulta, di fatto, una notevole riduzione della quantità di dati di
segnalazione ma anche dei tempi di latenza.
A causa dell’assenza del Controller, però, la rete LTE non supporta meccanismi di
soft
handover
, come l’UMTS, e
l’handover
è sempre di tipo “
hard
”, con una breve
interruzione della connessione attiva durante il passaggio da un nodo all’ altro. In
effetti, la mancanza di un elemento centrale di controllo aumenta la probabilità di
errori e rende più problematica la gestione di certe funzionalità. Tuttavia, sono stati
introdotti diversi meccanismi di inoltro dei dati (
buffer
e
forwarding
) che limitano le
perdite di dati utente durante il periodo di interruzione della connessione e
mascherano l’effetto della brusca interruzione dei servizi.
In base all’interfaccia utilizzata e alle zone di copertura tra cui il passaggio avviene,
sono previsti due tipi di handover: Intra-pool (o X2-Handover), e Inter-pool (o S1-
Handover). L’
Intra-pool handover
si riferisce al caso in cui un terminale si sposta da
un eNodeB ad un altro, ovvero all’interno della stessa
Tracking Area
(TA), anche detta
semplicemente,
pool area
, mentre l’
inter-pool handover
è quello che si verifica quando
il terminale mobile si sposta da una
pool area
ad un'altra.
La procedura è molto simile a quella
hard handover inter
RNC di UMTS, con la
differenza principale che il messaggio di “
status transfer
” rende il tipo di
handover
(S1
o X1) trasparente al terminale; altra differenza rispetto all’UMTS è la presenza di una
serie di messaggi aggiuntivi per il passaggio di consegna tra i due MME. Vedremo
inoltre che la modalità con cui viene realizzato un
handover
dipende anche dal livello di
QoS assegnato.
Prima di continuare, però, è necessario integrare le poche informazioni finora fornite
sul il terminale mobile.
Nella tecnologia LTE il terminale, finora chiamato MS, viene denominato
User
Equipment
(UE) in quanto oggi il terminale è sempre più uno “
smartphone
”: è ancora
costituto da due parti, il
Mobile Equipment
(ME) e la
Universal
Subscriber Identity
Module
(USIM), ma adesso, il ME contiene
hardware
e
software
che implementano le